«Abitare in montagna mi ha messo voglia di scrivere, i luoghi cambiano i modi del sentimento e anche le parole». Con il suo recente “Le otto montagne” (Einaudi, 2016), Paolo Cognetti è diventato da subito un caso letterario, in testa alle classifiche librarie e in via di traduzione in oltre 30 paesi.
La montagna, nella sua scarna bellezza, dura e selvaggia, segna l’anima per sempre, lascia l’impronta in chi vi è nato e in chi l’ha amata. Basta un suono, un profumo che si è risucchiati da lei, lontano dalla assordante città. È questo che capita ai personaggi di questo romanzo che non riescono a farne a meno, e vanno e ritornano, senza mai lasciarla veramente. Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso. I suoi genitori sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo. E li, ad aspettarlo, c’è Bruno: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case ab-bandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, “la cosa più simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui”. Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: “Eccola li, la mia eredità:una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino”.
mauro covacich
dentro "la città interiore"
Un romanzo-documentario che affronta la memoria come un
labirinto nel quale ritrovarsi.
Mauro Covacich, scrittore finalista al Premio Strega con “La
sposa”, torna nella sua Trieste con “La città interiore” (La Nave di
Teseo, 2017): un libro dal ritmo incalzante, avventuroso romanzo
della propria formazione, scritto con la precisione chirurgica di
un analista di guerra e animato dalla curiosità di un reporter.
La città interiore è la cartografia del cuore di uno scrittore inguaribilmente
triestino; è il compiuto labirinto di una città, di un
uomo, della Storia, che il lettore percorre con lo stesso senso di
inquieta meraviglia che accompagnava quel bambino del 1945
e quello del 1972; un labirinto di deviazioni e ritorni inaspettati,
da cui si esce con il desiderio di rientrarci.
emidio clementi
quattro quartetti
Uno spettacolo sospeso tra poesia e musica.
Nel suo poema “Quattro Quartetti” (1943) il grande poeta del
Novecento T.S. Eliot parla dal cuore del cosmo, luogo segreto
dello spirito. Al centro della scena è la narrazione di Emidio Clementi,
voce dei Massimo Volume e scrittore, che attraverso la
sua personale interpretazione dà nuova vita alla poesia di Eliot.
Gli oggetti assumono nuove forme e la musica curata da Corrado
Nuccini, chitarrista dei Giardini di Mirò, intreccia suoni e
rumori di ogni epoca attraverso la voce di strumenti classici come
pianoforti, clarini e percussioni tribali riletti in chiave moderna.
Lo spettacolo è inoltre accompagnato dalle illustrazioni di Marco
Saccaperni a rimarcare l’aspetto visionario dell’opera di Eliot.
luca mercalli
i cambiamenti "climatici"
I cambiamenti climatici sono ormai tra noi, il 2016 è stato l’anno più caldo da quando esistono le misure meteorologiche, gli scenari per il futuro non promettono nulla di buono se non ci sarà una ferrea volontà di ridurre l’inquinamento e il nostro im-patto sull’ambiente. Eppure la questione climatica non sembra rappresentare una priorità nè per la società nè per la politica, meno che mai ora che alla guida degli Stati Uniti c’è un presidente negazionista. Nell’attesa delle grandi decisioni internazionali, cosa può fare ognuno di noi per prepararsi?
Luca Mercalli - Presidente Società Meteorologica Italiana
giulio sangiorgio
internet "il futuro è oggi"
Qual è il futuro del mondo sempre connesso? Si può ancora
vivere senza Internet? Quali vantaggi e quali pericoli si annidano?
Dove ci porterà la strada tecnologica?
Il grande regista tedesco Werner Herzog torna al documentario
con “Lo and Behold. Internet: il futuro è oggi”, un mosaico
di voci e spunti per una riflessione sul mondo della rete che
passa attraverso la guida alla scoperta della stanza 3420 dove
tutto ebbe inizio, le parole del famoso hacker globale Kevin
Mitnick, l’inventore dell’ipertesto Ted Nelson, le rivelazioni del
cofondatore di PayPal Elon Musk, i piani dell’amministratore
delegato di Tesla Motors, i visionari progetti dei viaggi spaziali
verso Marte e tanto altro, in un intreccio di voci che ci pone grossi
interrogativi sul futuro globale.
Ad introdurre la pellicola sarà Giulio Sangiorgio, critico cinematografico
e direttore di “Film TV”.